Sanità pubblica: la Regione Marche contro i dati della Cgil
Tempi medi di ben 110 giorni per una visita secondo il sindacato, ma l'ente non la pensa affatto così
Il Servizio Sanità della Regione Marche non trova corrispondenza con quanto sostenuto dall’Osservatorio sui tempi d’attesa promosso dalla Funzione Pubblica CGIL, che mette a confronto i dati di 8 Regioni sui tempi d’attesa medi per 11 prestazioni e colloca la Regione Marche all’ottavo posto con un presunto tempo medio di 110 giorni per una visita nel pubblico.
Prendendo in considerazione i dati ufficiali comunicati al Ministero dalla Regione Marche relativi all’anno 2018 sulle 43 prestazioni, rispetto alle classi di priorità B e D il tempo medio di tutte le prestazioni (visite e prestazioni strumentali) è di 10,65 giorni e 28,40 giorni.
Anche in rapporto alle prestazioni prese in esame dal rapporto Cgil la media dei giorni di attesa per le viste di classe B è 10,74 giorni, e 28,22 per le D. Non comprendiamo i 110 giorni di attesa ai quali si riferisce l’Osservatorio.
Le Marche rispettano i tempi previsti dalla legge per circa il 90% delle prestazioni in classe B e D.
Le urgenti sono invece garantite al 100%.
Ci sono margini di miglioramento sui quali la regione è impegnata: principalmente un maggior utilizzo dei macchinari (Rmn e tac) sui quali, soprattutto per le risonanze, si concentrano alcune criticità.
Per la priorità P (180gg) pur non essendo prevista la misurazione ministeriale sul rispetto dei tempi di attesa, la regione ha comunque scelto di monitorare l’ andamento dell’ offerta. In base ai dati del 2018 possiamo dire che sulle 43 prestazioni monitorate dal ministero, 29 di diagnostica e 14 di visite specialistiche nel primo caso per oltre 20 di queste superiamo il 90% di risposta e, per le visite, la quasi totalità. Dal 2016 abbiamo iniziato a lavorare, tra le prime regioni in Italia, al consolidamento del sistema di assegnazione di una corretta priorità: U 72 ore ,B 10 giorni ,D 30/60 giorni, P 180 giorni.
Nelle Marche il medico prescrittore nel 94% dei casi indica correttamente le classi di priorità e al 100% la tipologia di accesso (prima visita o secondo accesso). In coerenza con la Delibera 640 di maggio del 2018 gli enti del servizio sanitario regionale hanno integrato le azioni per ridurre le liste d’attesa.
In particolare si è provveduto all’ampliamento dell’offerta della presa in carico del paziente compresa quella della donna con problematiche senologiche.
Sul rispetto dei tempi di attesa ci sono gli obiettivi nazionali confrontabili e oggettivi sui quali le regioni vengono valutate ogni anno dal ministero.
Apprezzando il lavoro degli studi e degli osservatori, prima di, mettere in classifica le regioni ed il lavoro che fanno, dovrebbero garantire la chiarezza del dato, la sua provenienza e attendibilità attingendo dalle fonti ufficiali.
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