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Celiachia, la Giunta Regionale adotta il percorso diagnostico terapeutico assistenziale

Ceriscioli: "Per garantire alla popolazione marchigiana un agevole e omogeneo accesso a prestazioni sanitarie di qualità"

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Luca Ceriscioli con Maria Capalbo

La giunta regionale, riunita nella consueta seduta settimanale, ha adottato il percorso diagnostico terapeutico assistenziale della celiachia, patologia che colpendo l’un per cento della popolazione, nelle Marche 15.380 sono pazienti celiaci, non può più essere considerata rara ma cronica ed invalidante.

Il percorso della celiachia della Regione Marche, che recepisce le linee guida del “Protocollo per la diagnosi e il follow-up della celiachia” elaborate dal Ministero della Sanità, individua i presidi sanitari deputati alla diagnosi salvaguardando e valorizzando le eccellenze cliniche del servizio sanitario regionale Marche “per garantire alla popolazione marchigiana un agevole e omogeneo accesso a prestazioni sanitarie di qualità – rileva il presidente della Regione Marche, Luca CeriscioliLa corretta diagnosi di celiachia rappresenta non solo un atto medico dovuto al paziente per motivi etici ed assistenziali ma anche una strategia di risparmio poiché i pazienti celiaci non diagnosticati, e quindi non trattati con una rigorosa dieta senza glutine, a causa della loro morbilità, rappresentano un significativo carico economico in termini di ospedalizzazioni e prestazioni ambulatoriali”.

La rete clinica regionale (CReMa) individuata prevede due tipologie di presidi sanitari autorizzati alla diagnosi certificata di celiachia: presidi accreditati di I livello (spokes), sia per gli adulti che per i bambini, distribuiti su tutto il territorio regionale e un centro di riferimento (HUB) individuato nell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti di Ancona”.

Alla stesura del Percorso ha collaborato attivamente anche l’associazione italiana celiachia Marche Onlus regionale a conferma della volontà di costruire insieme una rete che risponda alle necessità dei pazienti e delle loro famiglie. Esprime soddisfazione la presidente, Romina Giommarini: “Ringrazio la Regione che ha condiviso con noi questo piano estremamente necessario sia per avere una diagnosi comune e omogenea sul territorio sia per la presa d’atto che la celiachia è una malattia che comporta anche disagio sociale oggi riconosciuto nero su bianco. Ringrazio inoltre i funzionari della Regione, in particolare il dottor Feliciangeli, che è stato per me una grande spalla”.

Sul fronte dell’assistenza integrativa relativa agli alimenti senza glutine, ai fini di garantire un’alimentazione equilibrata, è stato confermato per i celiaci il diritto all’erogazione gratuita dei prodotti senza glutine specificatamente formulati per celiaci tramite un sostegno economico all’acquisto di alimenti sostitutivi di quelli a base di cereali contenenti glutine.

In quest’ottica è in via di attivazione un progetto per acquistare i prodotti senza glutine presso le farmacie e i negozi autorizzati tramite l’utilizzo di una tessera magnetica.

 

La malattia celiaca è una patologia di tipo autoimmunitario primariamente localizzata nell’intestino tenue ma di natura sistemica, scatenata dall’ingestione di glutine (presente in molti cereali: frumento, orzo, segale) in soggetti predisposti geneticamente. Considerata in passato malattia rara, grazie al miglioramento dei test diagnostici si è dimostrata una patologia che in realtà colpisce circa l’1% della popolazione (due volte più frequente nelle donne). Nelle Marche ne soffrono circa 15.000 persone ma solo 4500 sono quelle diagnosticate. L’unica terapia attuale è rappresentata da una dieta priva di glutine

La revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza, definita dal DM 12/01/2017, prevede il passaggio della celiachia e della sua variante clinica, la dermatite erpetiforme, nell’elenco delle malattie croniche invalidanti. La nuova collocazione consente agli assistiti di usufruire, in regime di esenzione, di tutte le prestazioni sanitarie appropriate per il monitoraggio della malattia e delle sue complicanze, e per la prevenzione degli ulteriori aggravamenti, mentre le prestazioni specialistiche per giungere alla diagnosi non sono più in esenzione.

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