Marche, prevenzione e contrasto alla violenza di genere
Bora: “Approvati gli Indirizzi attuativi LR n.32/2008”
La Giunta regionale, su proposta dell’assessora Manuela Bora, ha approva gli Indirizzi attuativi (Legge regionale n.32/2008), in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, finalizzati a garantire, sul territorio, omogeneità di metodologie di tutela, accoglienza e accompagnamento nel percorso di uscita dal tunnel della violenza.
“Il documento – ricorda l’assessora – è frutto di un anno di confronto di tre gruppi tematici costituiti all’interno del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere, organo consultivo e propositivo della Giunta regionale. È composto da rappresentanze dei soggetti a diverso titolo coinvolti nel contrasto a tale fenomeno di estrema rilevanza sociale: anche nel 2017 ben 402 donne si sono rivolte ai cinque Centri antiviolenza provinciali”.
Insieme a un aggiornamento sulla più recente evoluzione normativa, che configura la violenza maschile sulle donne come un reato contro la persona (Convenzione di Istanbul 2011), quindi punibile, il documento illustra: la programmazione regionale in materia, profondamente innovata negli ultimi anni perché integra risorse statali e regionali (notevolmente incrementate); il nuovo “modello di governance” che ha visto, da fine 2017, la costituzione della “Rete regionale antiviolenza delle Marche” (inter-istituzionale) composta a oggi da 67 soggetti, articolata in “Reti provinciali antiviolenza” di livello operativo, necessarie a garantire risposte “in tempo reale” alle diverse situazioni, tramite sinergie fra soggetti locali ed equipe multidisciplinare operanti o da costituire nei diversi Ambiti territoriali sociali; le tre diverse tipologie di strutture residenziali per donne vittime di violenza, fornendo anche una loro mappatura e le modalità condivise di “presa in carico” di donne vittime, sole o con figli.
Detta, inoltre, indirizzi, condivisi con le rappresentanze sindacali, per il reinserimento sociale e lavorativo delle donne. Raccoglie, poi, una serie di “buone prassi” già esistenti nelle realtà territoriali, in diversi ambiti di azione: giudiziario, sanitario, scolastico e in quello della formazione/lavoro. Sono state infine inserite, nel documento regionale, anche alcune testimonianze, quali “esperienze reali” di operatrici, di donne vittime di violenza e anche di bambini/e, vittime di violenza “assistita” che, nelle strutture dedicate, trovano professionalità formate a capirne la sofferenza, tali da rappresentare, per loro, modelli sani di relazionalità fra adulto e minore.
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