Monitoraggio del Garante dei Diritti delle Marche per il Decreto Sicurezza
Dal primo incontro con i rappresentanti delle Prefetture non sono emersi dati preoccupanti
L’entrata in vigore del Decreto sicurezza vede il Garante dei diritti, Andrea Nobili, impegnato su più fronti. La preoccupazione maggiore è quella relativa al futuro dei minori figli di persone che si potrebbero vedere costrette a lasciare il territorio italiano e dei ragazzi non accompagnati che si accingono a compiere la maggiore età.
“Proprio per questi motivi – spiega Nobili – nei giorni scorsi questa Autorità di garanzia ha attivato un tavolo di confronto e concertazione con le Prefetture marchigiane, al fine di individuare le eventuali criticità e le possibili soluzioni da mettere in campo.
Nel corso della prima riunione non sono emersi problemi macroscopici, anche per quanto riguarda la realtà del pesarese che, nelle ultime ore, sembra essere quella che desta maggiore preoccupazione. La stessa funzionaria della Prefettura di Pesaro ha assicurato che verranno adottate tutte le misure necessarie per tenere sotto controllo la situazione, soprattutto sul versante dei minori”.
Ulteriore momento di riflessione anche quello con la Rete antidisciminazioni delle Marche, la quale annovera numerose associazioni di settore che intervengono direttamente nei territori di competenza, che sempre nei giorni scorsi ha effettuato, con la partecipazione del Garante, una disamina della situazione alla luce dell’entrata in vigore del Decreto.
“È ovvio che il nostro interesse – aggiunge il Garante che sta quotidianamente raccogliendo informazioni – è riferito al quadro complessivo, cioè a tutte quelle persone che verranno a trovarsi fuori dal sistema di protezione. Dopo un necessario approfondimento è emerso che al momento nelle Marche non c’è alcun effetto del Decreto in questione.
Dei 41 richiedenti asilo nel pesarese, sui quali nelle ultime ore si è soffermata l’attenzione, 38 non hanno ottenuto dalla Commissione preposta prima, e successivamente dal Tribunale, il permesso di soggiorno. Altri tre avevano già acquisito la protezione umanitaria, ma non hanno presentato la documentazione nei tempi previsti, cioè prima dell’entrata in vigore del Decreto, e quindi non potranno essere annoverati sotto la tutela dello Sprar. Tra di loro non risultano esserci dei minori”.
In conclusione Nobili sottolinea che “è indispensabile non alimentare gli allarmismi. La nostra sarà un’azione di costante monitoraggio e controllo affinchè non si vada a determinare una destabilizzazione dell’intero sistema. Abbiamo diritti da salvaguardare e, prima di ogni altra cosa, bambini da proteggere”.
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