Donne, giovani e imprenditrici. Nelle Marche sono in crescita ma con difficoltà
Difficile l'accesso al credito, carenti anche i servizi di welfare
Ha iniziato la sua attività a 22 anni, nel 2013. Donna, giovane e imprenditrice.“Dopo aver fatto un tirocinio in uno studio di disegno grafico per borse e pelletteria” afferma Selene Re, titolare di uno studio grafico a San Benedetto del Tronto “ho deciso di iniziare la mia avventura nel mondo del lavoro, aprendo una partita Iva.
Prendendomi le mie responsabilità. Poco dopo ho deciso di ingrandire il mio bagaglio di conoscenze presso un’azienda di Porto D’ascoli e adesso gestisco anche un negozio di cover personalizzate proprio in centro a San Benedetto del Tronto. Alle istituzioni chiedo maggior impegno nell’aiutare giovani imprenditori come me. Entrare nel mondo del lavoro non è semplice e spesso e volentieri si impara sbagliando.
Avrei voluto fare un corso per imparare a gestire la parte amministrativa o per capire meglio il mondo delle tasse. Il fatto di essere una donna nel campo imprenditoriale non mi ha mai dato problemi, mentre la giovane età spesso e volentieri non mi ha dato quella fiducia che cercavo tra i clienti. Soprattutto quando ho chiesto un finanziamento a un istituto di credito proprio ad inizio carriera e non mi è stato concesso.”
Quello del credito è un nervo scoperto per le imprese femminili, in particolare per quelle giovanili. Secondo i dati del Medio Credito Centrale, elaborati dal Centro Studi Cna Marche nel 2017 sono state accolte 4.332 richieste di finanziamento di imprese femminili, con un calo del 7,2 per cento rispetto all’anno precedente. L’importo concesso è stato di 699 milioni di euro, in calo dello 0,2 per cento sul 2016.
“la grande difficoltà ad ottenere finanziamenti delle giovani donne che decidono di avviare una impresa” sostiene Emilia Esposito presidente Cna Marche Impresa Donna “le porta a privilegiare attività a bassa necessità di investimenti.
Quelle che provano ad avviare imprese più strutturate, per finanziarsi ricorrono alle relazioni parentali, provano ad intercettare qualche bando regionale o europeo o si rivolgono ai Confidi. Un ulteriore ostacolo all’imprenditorialità femminile riguarda la carenza di servizi di welfare come asili nido e altre attività a supporto delle donne che lavorano e che fanno impresa”.
Nelle Marche le giovani imprenditrici under 35 come Selene alla fine di giugno 2018 erano 3.844 su un totale di 39.039 aziende guidate da una donna. In crescita rispetto alle 39.305 della fine del 2017. Un’impresa giovanile su tre è “rosa”.
I settori a maggior presenza femminile sono i servizi alla persona e alle famiglie (acconciature, lavanderie, centri benessere ecc) dove raggiunge il 56 per cento, l’alloggio e ristorazione (30,6), i servizi alle imprese (28,4) il commercio (23,6), l’agricoltura (28,6).
Nel manifatturiero il 21,2 per cento delle imprese è a guida femminile, con punte del 45 per cento nell’abbigliamento, del 39,9 per cento nel tessile, del 28,6 per cento nell’alimentare e del 26,7 per cento nel calzaturiero. Settori ancora ostici per le donne sono l’edilizia (5,4 per cento) ed i trasporti (9 per cento). Nella nostra regione una impresa ogni quattro è guidata da una donna.
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