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Coldiretti: “ben vengano i controlli negli allevamenti”

"Sposiamo il benessere animale"

suini

“I controlli sono più che necessari se indirizzati a denunciare e colpire chi non rispetta le regole di una buona pratica agricola e allevatoriale basata principalmente sul rispetto del benessere animale”.

È la presa di posizione di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Ancona, nel commentare l’operazione dei Carabinieri Forestali che, coordinati dalla Procura di Ancona, stanno indagando su presunti maltrattamenti in un allevamento di suini nel senigalliese.

“Il nostro settore in questi ultimi 20 anni – prosegue la Gardoni – ha saputo riscattarsi anche grazie all’intelligenza imprenditoriale dei nostri agricoltori ed allevatori ed è pertanto giusto punire chi non rispetta gli standard qualitativi ed etici che costruiscono ogni giorno le nostre eccellenze agroalimentari.Fortunatamente, gli imprenditori onesti e capaci rappresentano la quasi totalità del nostro tessuto produttivo ed è per questo che vanno tutelati condannando chi non lo è”.

Nelle Marche sono allevati oltre 58mila tra mucche e bufale, quasi 193mila maiali, oltre 171mila tra pecore e capre e quasi 14mila cavalli e asini. Circa l’8% di questi animali sono destinati alla produzione di carni e preparati dop e igp come l’Agnello del Centro Italia, il Ciauscolo, i Salamini alla Cacciatora o il Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale.

Il benessere animale è uno dei punti che Coldiretti sposa all’interno del patto di fiducia stipulato con i consumatori, riconosciuto doverosamente anche tra le linee guida della nuova Pac 2020/2026.

“La zootecnia – conclude la presidente di Coldiretti Ancona – è un settore di fondamentale importanza per l’economia dei nostri territori, perché presidia le aree marginali e perché mette in moto il flusso di beni primari quali foraggi e cereali utilizzati quotidianamente per la mangimistica. Specialmente per le nostre zone più interne colpite dal sisma, la filiera della carne può rappresentare uno strumento economico e sociale per ridare impulso e nuova vitalità a quei comuni che solo attraverso un piano agricolo posso ripartire e ripopolarsi”.

Da

Coldiretti Marche

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