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Fondi per le attività trattamentali, appello del garante dei diritti della Regione Marche

Ripartita la serie di sopralluoghi del garante Nobili negli istituti penitenziari della regione

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Andrea Nobili

Riparte da Marino del Tronto la nuova serie di sopralluoghi messa in atto dal Garante, Andrea Nobili, negli istituti penitenziari regionali.

Dopo la definitiva chiusura della sezione 41 bis, il carcere ascolano è stato chiamato ad assorbire diversi detenuti destinati al circuito di alta sicurezza, con un inevitabile aumento delle problematiche già registrate nei mesi scorsi durante la visita effettuata dallo stesso Garante con la partecipazione di alcuni parlamentari marchigiani.

“È indispensabile – sottolinea Nobili- garantire la vivibilità di luoghi, un adeguato aumento dell’organico di polizia penitenziaria nel rispetto di quanto previsto dalla pianta organica, ed un’attenzione costante sul versante sanitario.

Al Garante è stata anche rappresentata l’esigenza di un intervento adeguato per quanto riguarda le attività trattamentali, oggetto nelle scorse settimane di un suo appello rivolto ai Presidenti di Giunta e Consiglio regionale in relazione allo sblocco dei finanziamenti previsti per i sei istituti operativi sul territorio marchigiano dalla legge di settore approvata nel 2008. Aspetto questo segnalato nel maggio scorso anche dal Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria.

Nobili ribadisce che “il ritardo nella messa a disposizione delle risorse continua a destare preoccupazione tra gli operatori, anche perchè il protrarsi della situazione d’incertezza potrebbe determinare l’interruzione dei progetti già avviati e l’impossibilità di attivarne altri nel prossimo futuro”.

Partendo da tali considerazioni il Garante ha esteso l’invito ad intervenire anche a tutti i capigruppo consiliari ed al Presidente della Commissione sanità, Fabrizio Volpini, chiedendo, se necessario, la convocazione urgente della medesima commissione per esaminare il problema “che ha caratteristiche di valenza altamente sociale, essendo le attività trattamentali alla base dei percorsi da attivare per un più consono reinserimento dei detenuti nella società.

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