La sanità nelle Marche, la Regione fornisce i dati
200 milioni di investimenti tecnologici, cala la mobilità passiva
1200 operatori sanitari assunti, 200 milioni di investimenti tecnologici in corso ed un calo della mobilità passiva con un saldo positivo di 8,8 milioni di euro.
“Dal 2015 al 2017, grazie ad una forte e incisiva azione della giunta, la sanità è cambiata, si è invertita la rotta e i numeri dimostrano che i marchigiani tornano ad avere fiducia nelle strutture marchigiane”: questo, almeno, secondo la Regione Marche che venerdì 6 luglio ha fornito i dati sullo stato della sanità attraverso il presidente Lucia Ceriscioli, il consigliere regionale con delega alla Sanità Fabrizio Volpini e la dirigente del Servizio Salute Lucia Di Furia.
Tra le varie voci della mobilità quella più evidente riguarda la riduzione dei viaggi per ricoveri ordinari e in day hospital: la Regione passa da una spesa di 127,3 milioni (2016) ad una di 124,3 milioni (2017) con una differenza di 3 milioni di euro. Il saldo, tra mobilità passiva e attiva nei due anni passa da 46,6 a 33 milioni con un risparmio di 13,5 milioni di euro.
Per quanto riguarda il saldo totale nel 2016 era negativo per 56 milioni, nel 2017 è sceso a 47,1 milioni.
“Lavoriamo per dare sempre più qualità alle strutture sanitarie e ospedaliere e ai percorsi sanitari – ha sottolineato Ceriscioli – .I risultati ottenuti finora danno ragione alla strategia intrapresa e ci incoraggiano a proseguire.
La Regione è impegnata inoltre a rendere più facile l’accesso alle liste d’attesa entro la fine dell’anno. I cittadini, utilizzando le tecnologie a disposizione, potranno fare la prenotazione direttamente on line. Per chi ha meno dimestichezza con internet invece, si sta costruendo una collaborazione molto importante con le farmacie al fine di avere le prestazioni come alla cassa dell’ospedale”.
“I dati reali – ha aggiunto Volpini – ci forniscono una fotografia concreta di quanto realizzato in perfetta coerenza con una visione del sistema sanitario che dia importanza agli acuti grazie ad ospedali di qualità e una grande attenzione ai servizi sul territorio in un rapporto di prossimità con il cittadino. Si cambiano modalità e consuetudini, ma quello che stiamo facendo ci consente di stare al passo con i tempi del mondo della medicina”.
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