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L’Imu sui terreni agricoli incontra la contrarietà di tutti

L'assessore Malaspina scrive al coordinatore della Comm. politiche agricole: "impatto drammatico"

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Maura Malaspina

L’assessore all’agricoltura Maura Malaspina ha scritto al coordinatore nazionale della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni Fabrizio Nardoni, per porre all’attenzione di tutti i colleghi assessori “la gravissima problematica dell’introduzione dell’IMU sulla quasi totalità dei terreni agricoli finora esenti e che avrà ripercussioni nefaste sull’agricoltura tutta”.

L’individuazione delle aree esenti – spiega Malaspina nella missiva – doveva arrivare con un apposito decreto, e nella sua attesa si faceva riferimento all’elenco dei Comuni allegato alla circolare n. 9/93 (prevista per l’Ici). In questi giorni, tuttavia, è stato predisposto, come previsto dall’art. 22 comma 2 del d.l. 66/2014, un decreto che riduce drasticamente l’elenco dei Comuni esentati. Tale decreto è stato pubblicato il 1° dicembre 2014 sul sito internet del Mef, stabilendo che sono esenti dall’Imu i terreni agricoli dei comuni ubicati ad un’altitudine superiore a 600 metri (quindi da 601 metri in poi), individuati sulla base dell'”Elenco comuni italiani” pubblicato sul sito internet dell’istituto nazionale di statistica (ISTAT).
Sono altresì esenti dall’Imu anche i terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola, dei comuni ubicati ad un’altitudine compresa tra 281 e 600 metri, individuati sulla base dello stesso elenco sopra citato. L’esenzione si applica anche ai terreni concessi in comodato oppure in affitto ai coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella previdenza agricola.

Per tutti i terreni ubicati in comuni diversi sussiste l’obbligo di pagamento dell’Imu a partire dal 1° gennaio 2014. Il versamento dovrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 16 dicembre 2014.

Tale provvedimento è inaccettabile e non tiene conto dell’impatto drammatico su un settore strategico e primario com’è quello dell’agricoltura– scrive Malaspina – soggetto già al doppio rischio del mercato e delle condizioni climatiche e che ora si vede appesantita da un fardello fiscale. Questo decreto stroncherà gli sforzi fatti finora dai nostri imprenditori agricoli ed ogni accenno di ripresa del settore, inoltre con ogni probabilità renderà improduttivi i Piani di Sviluppo Rurale 2014-2020 faticosamente costruiti dalle Regioni insieme ai territori e alle organizzazioni di categoria. Siamo impegnati tutti con le rendicontazioni del vecchio PSR e sappiamo bene quanti sforzi stiamo operando per utilizzare al meglio i fondi europei, per non perdere occasioni e risorse importanti“.

Inoltre anche l’ANCI ha espresso chiaramente la sua contrarietà e “sono in stretto contatto col Presidente Anci Regionale, il quale si è anch’egli attivato per scongiurare questa nuova tassa.
Pertanto sono a richiedere con urgenza alla prima Commissione Politiche Agricole di inserire la discussione sul Decreto Interministeriale del 28.11.14 per valutare le varie esigenze delle diverse realtà regionali e giungere ad una posizione comune con l’obiettivo di chiedere al presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dell’Economia e Finanze, al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari Forestali e al Ministro dell’Interno di modificare il decreto in oggetto in modo da sancire l’esclusione dei comuni che finora hanno legittimamente tenuto indenni i terreni agricoli da ulteriori tassazioni
“.

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