Marche, il 2014 finisce tra recessione e stagnazione
Di Battista: "Prossimi mesi ancora di attesa per le imprese marchigiane, con spiragli positivi per gli ordinativi dall'estero"
Marche, nei prossimi mesi la recessione dovrebbe finire, ma per le imprese marchigiane si profila comunque un periodo di stagnazione, con segnali positivi dagli ordinativi esteri e dalla meccanica. Secondo l’indagine trimestrale “Giuria della Congiuntura”, realizzata dal Centro Studi Unioncamere Marche sulle imprese manifatturiere marchigiane con dipendenti, non c’è nessuna ripresa in vista per la fine dell’anno mentre si attende un miglioramento della situazione per il 2015.
Secondo l’indagine congiunturale di Unioncamere Marche, per il 27 per cento delle imprese marchigiane il 2014 si chiuderà con un calo della produzione mentre per il 47 per cento resterà sui livelli attuali e per il 27 per cento dovrebbe aumentare. Anche per quanto riguarda gli ordinativi, la metà delle imprese marchigiane pensa di mantenerli ai livelli odierni mentre una impresa su quattro si aspetta un calo e il restante 25 per cento punta ad aumentarli. Analoghe percentuali per il fatturato mentre le imprese esportatrici sono più ottimiste con il 24 per cento che si aspetta un aumento degli ordinativi esteri contro il 20 per cento che teme di vederli ridotti. Sono in aumento le settimane di produzione assicurata, che passano da 5,5 a 6,1 rispetto al trimestre precedente.
“I prossimi mesi” ha affermato il presidente Unioncamere Marche Graziano Di Battista “saranno ancora di attesa per le imprese marchigiane, con spiragli positivi per gli ordinativi dall’estero e per la meccanica. Per crescere le nostre imprese hanno bisogno di politiche dedicate e di istituzioni come le Camere di commercio, in grado di sostenerle nel cammino verso la ripresa. Ma il prossimo anno la diminuzione delle risorse a causa del taglio del 35% del contributo dovuto dalle aziende alle Camere per la tenuta del Registro delle imprese, rischia di costringere il sistema camerale marchigiano a ridurre gli interventi per le economie locali sul credito, l’export, la formazione, la giustizia alternativa, la tutela delle produzioni agro-alimentari e del Made in Italy”
In attesa di un 2015 dal quale l’Unioncamere si aspetta comunque segnali positivi, tra luglio e ottobre del 2014 l’industria manifatturiera marchigiana ha perso un altro 2 per cento di produzione mentre il fatturato è diminuito dell’1,9 per cento e gli ordinativi del 2,3 per cento mentre anche il fatturato estero, ha perso lo 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una conferma del calo produttivo delle imprese marchigiane viene dal grado di utilizzo degli impianti, passato tra luglio e ottobre, dall’80,8 al 75,6 per cento.
Ancora una volta, i dati negativi riguardano soprattutto le imprese artigiane e quelle più piccole. In particolare l’artigianato registra diminuzioni del 3,3 per cento della produzione, del 3,1 per cento del fatturato e del 3,9 per cento degli ordinativi. Tra i diversi settori manifatturieri, ad andare peggio il calzaturiero che ha perso il 4,6 per cento della produzione e il 3,3 per cento del fatturato, con gli ordinativi in calo del 4,9 per cento. Meglio l’abbigliamento che perde comunque il 3,1 per cento della produzione, l’1,6 per cento del fatturato e il 3,3 per cento degli ordinativi. Cali produttivi si sono avuti per le imprese energetiche (-3,4), del mobile (-2,8), degli alimentari (-2,5), delle macchine elettriche (-0,6). Unica eccezione la meccanica che fa registrare il secondo trimestre consecutivo di crescita della produzione (+1,4) e del fatturato (+0,2).
Guardando ai territori, è ancora il fermano a pagare più di tutti il momento difficile del distretto calzaturiero, con una calo della produzione del 4,3 per cento. Male anche il maceratese ( produzione in calo del 2,2 per cento). Cali produttivi più contenuti a Pesaro (-1,6), ad Ascoli Piceno (-1,6) e ad Ancona (-1,0 per cento).
Preoccupanti anche i dati della Cassa integrazione. Nei primi nove mesi del 2014 siamo arrivati a 32,9 milioni di ore rispetto ai 27,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Tra luglio e ottobre le ore di Cassa integrazione sono state 8,5 milioni contro gli 8,4 milioni del terzo trimestre 2013.
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