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“Allevatori senza fondi” nelle aree terremotate, la Regione risponde alla stampa

L’impegno della Regione testimoniato dai numeri: erogati 12,4 milioni di euro

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Fieno per gli animali degli allevatori

La Regione è cosciente della difficoltà che stanno affrontando gli allevatori dell’area montana colpita dal sisma, tanto da gestire la situazione con la massima disponibilità e priorità.

Nessuno è stato lasciato solo e nessuno lo sarà in futuro: senza la zootecnia, non ci sarà ripresa economica nell’area appenninica devastata dal sisma.

L’impegno della Regione è testimoniato dai fatti e dai numeri: nel 2017 ha garantito aiuti straordinari a 1.700 allevatori, ai quali sino stati erogati 12,4 milioni di euro. Totale che si raggiunge sommando, per ogni capo vivo, i 400 euro pagati a bovino (17.180), i 60 a ovino (78.702) e i 20 a suino (40.012) degli allevamenti terremotati.

Grazie alla disponibilità del ministero Agricoltura, sollecitato dalla Regione, nel 2018 verranno assegnati altri 75 euro a capo bovino e 11 euro a ovino per incrementare l’aiuto. Sono sostegni riconosciuti per consolidare la continuità aziendale e scongiurare il rischio che gli allevamenti vengano chiusi per le difficoltà causate dal sisma, con la “svendita” degli animali.

Lo scorso anno, inoltre, la Regione ha direttamente gestito il trasferimento delle donazioni di mangimi e foraggi giunti da tutta Italia (12,5 mila quintali di fieno, 1,4 mila quintali di paglia, 1,5 mila quintali di mangime), consentendo a 180 allevatori di fronteggiare la prima fase di emergenza alimentare dei propri bovini e ovini.

Ha messo in campo una capillare rete di veterinari che ha garantito la salubrità degli alimenti distribuiti e assistito gli allevatori. A oggi sono state realizzate 259 stalle, 178 fienili e 108 Mapre (Moduli abitativi provvisori di emergenza) nelle zone terremotate per ripristinare gli allevamenti distrutti o danneggiati.

La Regione ha anche pagato 10 stalle e 2 fienili costruiti direttamente dalla aziende. Tutto bene allora? Certamente no, ma non è neanche possibile paventare una latitanza della Regione che non c’è stata e che non ci sarà mai. Proprio perché è consapevole dei ritardi nei pagamenti delle domande a superficie 2017, da parte di Agea, si è tenuto, ieri a Roma, un incontro tecnico, sollecitato dalla Regione, nel corso del quale sono stati assunti impegni precisi: entro la prossima settimana saranno pagate tutte le 4 mila domande compensative per le aree montane che non presentano errori.

Entro il 20 febbraio saranno pagate le 1.500 domande del biologico che non presentano errori, mentre entro i primi sei mesi del 2018 saranno recuperati i ritardi accumulati da Agea per il pagamento delle restanti richieste. Altro aspetto rilevante emerso dalla riunione è stata la decisione di consentire ai tecnici regionali di istruire le pratiche incomplete, in modo da accelerare il pagamento, una volta sanati gli errori di presentazione da parte degli allevatori. Inoltre verranno riaperti i termini per consentire agli allevatori che non l’avessero fatto o l’avessero fatto in maniera errata, di presentare domanda di contributo.

La Regione è quindi costantemente attenta ai problemi dell’agricoltura marchigiana, in particolare quella dell’area sismica. Non si muove su sollecitazioni pervenute, ma con un chiaro disegno di governo di un settore fondamentale dell’economia marchigiana, messo in ginocchio da un evento sismico di dimensione, territoriale ed economica, che non ha precedenti nel passato.

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