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Celebrata nel Consiglio regionale delle Marche la Giornata della Memoria

Presenti oltre 100 studenti

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Il Consiglio regionale delle Marche

“Memoria e Diritti umani: 80 anni dalle leggi razziali, 70 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

E’ il tema che il Consiglio regionale ha scelto quest’anno per la Giornata della Memoria, celebrata  in Aula con una seduta aperta alla quale hanno assistito oltre cento studenti delle scuole marchigiane.

“Abbiamo scelto un tema certamente complesso – ha detto il presidente Antonio Mastrovincenzo – che ci spinge a non dimenticare l’orrore e l’infamia delle leggi razziali, di cui il nostro Paese si macchiò ottanta anni fa, ma anche a ricordare che dieci anni dopo l’ONU, memore della barbarie dell’Olocausto e della persecuzione razziale, approvò la Dichiarazione universale dei diritti umani. Nel primo articolo sancisce che tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti, dotati di ragione e di coscienza, e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.

Il presidente ha ricordato anche le affinità con la Costituzione italiana, entrata in vigore nello stesso anno.

“Molte sono le somiglianze, identica la volontà di riscattare un’umanità che per larga parte si era resa responsabile di un consenso di massa alle dittature e alla violenza, fino alla guerra. La Costituzione e la Dichiarazione dei diritti umani non sono state soltanto la risposta alla barbarie di allora, ma restano ancora oggi le bussole per andare avanti, consapevoli che nonostante tutto viviamo nel più lungo periodo di pace dell’Europa, e che in tante parti del mondo non è purtroppo così”.

Nel corso della seduta, coordinata da Gadi Luzzatto Voghera, Direttore del Centro di documentazione ebraica contemporanea di Milano, sono intervenute Marika Venezia, moglie di Shlomo, sopravvissuto ad Auschwitz, e Paola Vinay, figlia di Tullio Vinay, Giusto tra le Nazioni. “Shlomo ha ripreso a parlare quando su alcuni muri vicino casa sono riapparse le svastiche. Si è spaventato, ha avuto timore che potesse succedere nuovamente” – racconta la signora Venezia per spiegare come mai dopo 47 anni suo marito, scomparso nel 2012, decise di descrivere Auschwitz, dove perse tutta la sua famiglia e dove è tornato per 50 volte, accompagnando gli studenti nei Viaggi della Memoria. “Mai detta una parola contro i tedeschi – tiene a specificare – Sempre sereno, senza piangere”.

E conclude ricordando il suo legame speciale con le Marche, grazie al concorso artistico-letterario di Osimo “Una perla per Shlomo”. Paola Vinay ha ripercorso la vita del padre Tullio, pastore valdese, senatore della Repubblica, scomparso nel 1996. Riconosciuto Giusto tra le Nazioni nel 1981 per aver salvato dalla deportazione centinaia di ebrei a Firenze, accogliendoli nella sede della chiesa valdese, Vinay fondò il centro ecumenico Agàpe in Piemonte e il Servizio Cristiano di Riesi in Sicilia. “La mia generazione affida a voi la nostra memoria” – ha concluso Paola Vinay rivolgendosi ai ragazzi. Gli istituti scolastici che si sono contraddistinti nel concorso del Miur “I giovani e la Shoah” hanno presentato video, elaborati e poesie. Per le scuole primarie erano presenti l’Istituto Comprensivo “E.Medi” di Porto Recanati e l’Istituto Comprensivo Monteprandone, per le scuole medie l’Istituto Comprensivo “Pian del Bruscolo” di Tavullia e l’Istituto Comprensivo “Fagnani” di Senigallia, per le scuole superiori l’Istituto “Podesti Calzecchi Onesti”, sezione di Chiaravalle, e l’Istituto “E.Mattei” di Recanati. Mastrovincenzo ha ringraziato gli studenti e gli insegnanti per i lavori svolti, “quello della trasmissione della memoria è un problema centrale, che chiama in causa il ruolo dell’educazione e della scuola, per questo vogliamo lavorare in maniera stretta con le scuole e i giovani”.

Grande apprezzamento per quanto fatto dagli studenti è stato espresso anche dall’assessore all’istruzione Loretta Bravi e dal presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli, intervenuto nelle conclusioni. Ceriscioli ha ricordato la scelta del Presidente della Repubblica Mattarella di nominare Liliana Segre a senatrice a vita, “una grande dimostrazione di sensibilità da parte del Presidente, un bel messaggio, perché Liliana Segre, nostra concittadina onoraria, con la sua testimonianza è in grado in instillare nel cuore di ognuno valori positivi e la capacità di essere fino in fondo esseri umani”.

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