Tredici realtà delle Marche protagoniste al Maker Faire di Roma
Con Simone Luchetti, siamo andati alla scoperta dei giovani maker che si sono messi in vetrina nella Capitale - Le FOTO
Protesi robotizzate ed ausili indossabili per varie forme di disabilità motoria, sistemi sostenibili di smaltimento rifiuti, un’alga commestibile ad impatto zero che può contenere liquidi e sostituirsi al Pet delle tradizionali “bottiglie di plastica”.
Soluzioni per ridurre l’impatto ambientale in agricoltura e per facilitare lo sviluppo agricolo nelle zone del mondo a scarsa disponibilità energetica, crackers prodotti a partire da insetti, un forno portatile che cuoce con la sola luce del sole, tecnologie led applicate alla moda, kids entertainment ecologico, utilizzo creativo dei materiali, robotica in grado (anche) di risolvere il Cubo di Rubik, app per la sicurezza stradale e tanto altro ancora.
Questo è stato il Roma Maker Faire, appuntamento internazionale svoltosi nella capitale dall’1 al 3 dicembre che ha visto un cospicuo numero di visitatori avvicendarsi nei tre giorni dedicati al mondo dei makers, o costruttori, sovente veri inventori.
Molti giovani, molte start-up innovative alcune delle quali nate da progetti di crowfunding, molti esempi virtuosi provenienti da ogni parte del mondo e tanti giovani italiani che hanno sviluppato i loro skills nelle più importanti università mondiali e che sono intervenuti al convegno, aperto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, raccontando le loro storie e le loro ambizioni alle quali ha dato eco il Ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, sottolineando come il governo sia motivato a sostenere lo sviluppo dei giovani talenti e della ricerca e ricordando come gli investimenti messi in campo in questi settori non trovino precedenti nella storia del nostro paese.
Girando tra gli espositori, abbiamo trovato ben tredici realtà marchigiane:
– Francesco Pezzuoli, Dario Corona, Juri Bruciati di LiMix (Camerino), con le loro “Talking Hands”, un guanto in grado di tradurre la LIS in voce e trasferirla ad uno smartphone che la riproduce amplificata grazie ad un sintetizzatore vocale;
– Giacomo Volponi di Ancona, col suo kit “Vela – Pagaia”, un kit per la trasformazione velica antiscuffiamento del kayak che impedisce la penetrazione dell’acqua nel kayak chiuso ribaltato;
– la Biblioteca Pubblica di Fabriano, con il progetto “Uncinetto – Type D”, VR e moderazione 3D applicati alle creazioni di moda che traggono origine dalle schede Jacquard;
– Marco Verducci, da Macerata, con il suo “Lactosolution”, una pillola ad alta concentrazione di enzima lattasi 15000 FCC con calcio che aiuta le persone intolleranti al lattosio permettendo loro di mangiare ogni tipo di cibo;
– Emanuela Pucci, di Fabriano, con Francesca Pievati, Luca Tarasco e Sergio Frausin, con il progetto “ResQ”, una piattaforma per vivere esperienze di vita sociale nella città, tramite uno scambio di informazioni e di esperienze, dove la tecnologia innesca dinamiche positive con la realtà, facendola diventare Città Accogliente, grazie a l’incontro di soggetti con cui mettersi realmente in gioco;
– Lorenzo Palma di Ancona, con il suo “WiSense”, un sensore che cattura la temperatura colore della luce;
– la start-up maceratese4storm, con “360Lock”, un lucchetto elettronico modulare con sistema di apertura NFC e Bluetooth;
– la pesarese Marina Ceccolini, con “AgriDust”, un progetto di recupero e valorizzazione di sei scarti ortofrutticoli dalla cui lavorazione nasce un materiale biodegradabile e atossico costituito per il 64.5% da scarto e il restante 35.5% da un legante a base di fecola di patate che può essere utilizzato per creare vasi e packaging e, sfruttando la tecnologia a freddo (LDM), si presta come materiale per le stampanti 3D;
– il pesarese Fabio Rovelli, col suo “Sbigulway”, uno spingipasseggino elettrico riproposto come spingi carrozzina per disabili;
– Giorgio Liberini, da Fermo, col suo “Gimbal”, una sospensione cardanica ad impiego foto/video;
– Krizia e Jessica, di Krica Design (Macerata), con “Makeba”, collezione di accessori moda che evoca un lontano profumo africano, “Riccia la Gruccia”, una gruccia in grado di appendere qualsiasi indumento, “Evado”, un sistema di elementi a taglio laser, componibili e dipinti a mano ed “Evado”, accessori moda semplici, realizzati con tecnologie digitali;
– da Senigallia, Giacomo Bizzarri, col suo “Mashcream”, gelato creato sotto gli occhi del cliente con l’aggiunta di frutta e biscotti, disteso su una piastra a -25° ed arrotolato come un vero roll;
– sempre da Senigallia, Lavinia Franceschini, designer industriale che ha presentato la lampada “Volùta”, il mobile polifunzionale “Volpe Nordica” e la serie di gioielli in bronzo “Cute”.
La kermesse romana si è conclusa con una bella evidenza per i makers marchigiani, a conferma di quanto la nostra regione generi eccellenze nell’innovazione e nella ricerca. Una bella vetrina per le opportunità professionali che attendono i nostri giovani makers.
di Simone Luchetti
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