Crack Banca Marche, processo al via ad Ancona: in 3000 si costituiscono parte civile
Dipendiamo Banca Marche: "le responsabilità del disastro non si esauriranno con le eventuali condanne nel processo"
Martedì 7 novembre presso il tribunale di Ancona avrà inizio il processo che vede imputate 16 persone tra ex amministratori, direzione, dirigenti e sindaci revisori di Banca Marche.
I reati contestati sono di varia natura e tra questi vi è la bancarotta fraudolenta, per la quale è prevista una prescrizione di 10 anni.
Circa 3.000 iscritti all’Unione Nazionale Consumatori, dipendenti e clienti di Banca Marche, si costituiranno parte civile a tale processo con il patrocinio legale dell’Avv. Corrado Canafoglia.
Sottolinea Sandro Forlani, presidente di Dipendiamo Banca Marche, che proprio assieme all’Unione Consumatori si sta battendo per difendere i diritti dei tanti che hanno subito danni ingenti dal crack: “per ciò che attiene all’entità del danno subito da parte dei ricorrenti, per i clienti azionisti verrà richiesto un danno patrimoniale pari a quanto speso per l’acquisto delle azioni ed un danno morale pari al 30% del danno patrimoniale. Per i dipendenti, oltre a quello per l’acquisto delle azioni, verrà richiesto un ulteriore danno patrimoniale per le quote di stipendio legate all’andamento della banca e non più erogate dal 2013. Anche per i dipendenti verrà richiesto un danno morale pari al 30% di quanto sopra indicato. Un danno patrimoniale verrà richiesto anche per gli obbligazionisti forfettari e sarà pari alla differenza tra il valore d’acquisto dell’obbligazione e la cifra già percepita dal Fondo interbancario”.
Sia Dipendiamo Banca Marche che l’Unione Nazionale Consumatori sono consapevoli che la ricerca delle responsabilità del disastro avvenuto in Banca Marche non si possa esaurire con le eventuali condanne nel processo. Così come il danaro necessario a risarcire tutti i danni provocati non possa provenire solamente dalle tasche di coloro che in questo processo saranno giudicati colpevoli.
“A fare pagare individualmente i colpevoli degli eventuali reati ci penseranno i giudici nei processi e, se la Magistratura è davvero indipendente, non occorrono le pressioni di alcun rappresentante politico. Dalla “politica” ci attendiamo altro ed in questo senso Dipendiamo Banca Marche si sta muovendo – continua Forlani – .Occorre, prima di tutto, che venga tolta la secretazione inserita nel decreto che ha portato all’azzeramento delle azioni e delle obbligazioni perchè se la bad bank ha acquistato i crediti deteriorati di Banca Marche, creati con gli investimenti degli azionisti e degli obbligazionisti, alla modica cifra del 17%, rientra nel comportamento di uno Stato di Diritto fare pubblicamente conoscere anche quanto la stessa bad bak ricaverà dalla vendita di quelle partite.E, una volta equamente elargita la bad bank per l’attività svolta, quei soldi dovranno tornare agli azionisti ed agli obbligazionisti, anche, eventualmente, attraverso uno scambio di azioni Banca Marche con azioni UBI”.
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