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Ricostruzione post terremoto, i dubbi di Cgil, Cisl e Uil

"Devono verificarsi alcune condizioni, che non si stanno verificando"

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La chiesa di Santa Maria in Pantano di Colle di Montegallo, prima del terremoto, dopo il terremoto del 24 agosto 2016 e dopo il sisma del 30 ottobre 2016

CGIL CISL UIL del Piceno, a un anno dal sisma del 24 agosto 2016, esprimono una profonda preoccupazione per come a loro dire si stanno attuando molte parti importanti degli impegni rilevanti assunti da parte del Governo con le tre leggi sul Sisma (DL n. 189/16, DL n.8/17, DL n. 50/17).


Nello specifico reputano che i nostri territori colpiti e messi in ginocchio dal Sisma non potranno risollevarsi se non si andranno a verificare alcune condizioni.
Nello specifico, queste qui elencate dai sindacati stessi.

Ricostruzione
Se si parla delle zone montane, bisogna legare la ricostruzione alle esigenze del territorio e delle famiglie che ci vivono e che intendono tornare a viverci, alle attività economiche esistenti e in grado di riprendere a funzionare e produrre reddito, dando delle priorità nei finanziamenti. Dunque pensare una strategia per la montagna, in moda da orientare vecchi e nuovi insediamenti.
L’opera di ricostruzione deve iniziare rapidamente, a partire da quella leggera; se le famiglie non potranno rientrare nelle proprie case come si può pensare che potranno riprendere le attività economiche? Occorre velocizzare i controlli richiesti dai cittadini per giungere ad una quantificazione oggettiva dei danni e quindi delle risorse necessarie per la ricostruzione.

Ad avviso delle OOSS, occorre una semplificazione della burocrazia e ai passaggi autorizzativi; sembrerebbe infatti che i primi interventi leggeri, a causa dei passaggi burocratici previsti, (Ufficio sisma, Comuni, Regione), non potranno iniziare prima della prossima primavera, mentre sarebbe opportuno che i progetti presentati possano già essere messi in cantiere per il prossimo autunno.

Cgil CISL UIL si chiedono anche se, nella condizione di estrema gravità in cui versano le zone colpite, sia il caso di applicare in modo draconiano multe salate ovunque vengano rilevate anche infime difformità, interne e senza alcune variazione di volumi o di forme.

Di non poco valore è l’utilizzo delle risorse. Occorrerebbe una riflessione sulle doppie spese relative ad edifici che hanno subito lesioni gravissime e irreparabili: ci possiamo permettere di spendere milioni di euro per mettere in sicurezza edifici che poi andranno abbattuti?

Per quanto riguarda le Scuole e i Servizi Socio sanitari, servizi essenziali e fondamentali del vivere civile, devono funzionare nelle zone colpite dal Sisma, e non possono essere percepiti come spesa superflua, per alleviare le ferite della popolazione.

Strategia per il rilancio della montagna

Cgil, Cisl e Uil, ritengono che la Regione, cogliendo questa drammatica occasione, dovrebbe mettere in cantiere specifici interventi per rilanciare le attività economiche, incentivando l’occupazione giovanile, a partire da quelle attività che possono implementare il reddito di coloro che vivono su quei territori, come ad esempio:

-attività silvo-pastorali (risarcimento e nuovi impianti di castagneti dopo aver eliminato il flagello della “Vespa cinese”, manutenzione e recupero dei prodotti del sottobosco, produzione di legna e carbone allevamento di animali con foraggio naturale, tartufaie, produzione di miele pregiato);
-attività leggere rivolte al turismo, con recupero a tale scopo degli immobili rurali dismessi;
-produzioni agricole pregiate e di nicchia con il marchio dei Sibillini.

Quanto sopra senza dimenticare che dovrebbe essere varato un piano per la conservazione del territorio, la manutenzione delle strade rurali e interpoderali per facilitare gli accessi, la pulizia dei prati naturali, attività queste che porterebbero il vantaggio sociale ed economico della forte riduzione dei danni idrogeologici derivanti dall’abbandono del territorio. Tutte le attività connesse potrebbero essere assegnate ai residenti, ad integrazione del reddito, visto che tale manutenzione richiede un lavoro continuo e immediato, spesso manuale e quindi non può essere soddisfatto ricorrendo ad appalti.

La governance

Un simile intervento necessita di un forte impegno istituzionale, soprattutto regionale, affinché si superino i troppi ed inutili vincoli burocratici, si sposi la semplificazione e si mettano in cantiere misure di sostegno ad hoc, una formazione mirata per i giovani che fossero intenzionati a investire sull’ambiente e le risorse naturali con il coinvolgimento delle Scuole professionali e specialmente dell’Istituto Agrario e infine la valorizzazione e il coinvolgimento delle Comunanze agrarie e dei privati.

Occorre che sia accelerata la pubblicazione dei tanti decreti attuativi dei tre Decreti Legge ancora fermi nei vari ministeri a partire da quello relativo al sostegno delle fasce deboli della popolazione delle zone del cratere (art.10 del DL n. 8/17), considerando che siamo in un territorio in crisi da oltre 20 anni e specialmente nelle zone interne.

Le polemiche

Non si può credere infine che giovi al territorio la “gazzara” che è stata sollevata questi giorni, specie nella Vallata, sulla questione delle indennità ai liberi professionisti e sulle autonome sistemazioni.
Premesso che gli abusi non possono essere tollerati mai, specialmente in un evento tragico come questo, Cgil Cisl e UIL reputano che la strumentalizzazione a scopi politici per colpire gli avversari, sia un bel modo per mettere l’opinione pubblica “contro”, proprio quando per la realizzazione della ripresa deve restare alta l’attenzione e la partecipazione della popolazione per le zone colpite dal sisma.

Gli abusi, se ci sono stati, andavano prevenuti a monte dalle Istituzioni a ciò deputate, con controlli e con norme chiare e che legassero i benefici ai reali danni subiti e non al solo fatto di risiedere od operare nei comuni del cratere.

Si ricorda, per inciso, che è stato finanziato un fondo ad hoc per il sostegno al reddito per coloro che hanno dovuto sospendere il lavoro a causa del sisma, e l’indennità di 5000 euro ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi è una misura che rientra in tale finalità, così come la cassa integrazione per i lavoratori dipendenti. L’indennità è “riconosciuta” dalla Regione (che quindi avrebbe dovuto controllare, prima di riconoscere il diritto) e potevano beneficiarne anche professionisti che svolgono altre funzioni remunerate (come insegnanti e dipendenti pubblici autorizzati).

Le OOSS non intendono fare la difesa d’ufficio di coloro che ne abbiano abusato. Le condizioni indicate nel DL 189, art, 45 c.4 e dalla convenzione che ne regolamenta la erogazione, non consentono di gettare accuse indiscriminate e sollevare il polverone che invece è stato ad arte sollevato. Se ci sono stati abusi, in questa come in altre provvidenze, andavano prevenuti ed evitati e ciò era possibile visto che un aiuto che avrebbe dovuto essere erogato tempestivamente, essendo riferito all’annualità 2016, è stato erogato nel mese di giugno 2017!!

CGIL CISL UIL perciò vogliono riportare l’attenzione dei cittadini sulle questioni importanti che sono state elencate, per la rinascita rapida del territorio, con l’avvio vero e rapido della ricostruzione e il rilancio delle attività economiche tipiche che possono consentire la vita nelle nostre zone montane anche a giovani coppie, con la certezza di un reddito sufficiente a vivere decorosamente.

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