Botteghe di mestiere e innovazione, le Marche ai vertici nazionali
Finanziati 27 progetti su 58 presentati: solo la Puglia ha saputo fare meglio
Le Marche sono la Regione con il numero maggiore di progetti finanziati, imprese coinvolte e opportunità offerte ai giovani.
Dopo la Puglia, con 28 botteghe avviate è quella che ha risposto “in modo più incisivo” all’avviso pubblico nazionale sulle Botteghe di mestiere e innovazione: un’attività di sperimentazione delle politiche attive per facilitare l’inserimento dei ragazzi nei circuiti produttivi.
Il punto è stato fatto nel corso di un incontro, presso la sede della Giunta regionale, promosso da Italia Lavoro, al quale hanno partecipato l’assessore Loretta Bravi e le imprese coinvolte. “Il progetto favorisce la trasmissione delle competenze specialistiche verso le nuove generazioni e il ricambio generazionale – ha detto l’assessore Bravi – Stimola la nascita di nuova imprenditoria e lo sviluppo di reti locali. La formazione è garantita attraverso il contatto diretto con le imprese e il supporto di un tutor”.
La Regione Marche ha condiviso e sostenuto le finalità del bando, rivelatosi “un utile strumento per facilitare l’inserimento dei giovani attraverso tirocini e l’apprendimento di un mestiere”.
Bravi ha sottolineato l’importanza dell’innovazione: “Una necessità per acquisire competenze specifiche, una sfida per la formazione, valorizzando il capitale umano e la vicinanza alle aziende”.
L’assessore ha anticipato che la Regione intende ripetere l’esperienza delle botteghe di mestiere, a partire dal monitoraggio degli esiti che “risultano positivi sul fronte dell’occupazione giovanile”.
A livello nazionale l’iniziativa ha coinvolto oltre 5.000 tra artigiani e aziende che – attraverso raggruppamenti di imprese – hanno presentato oltre 900 progetti, rispondendo a un avviso pubblico aperto fino all’8 marzo del 2016.
Nelle Marche sono stati presentati 58 progetti e finanziati 27, con 269 tirocini attivabili, 262 avviati, 220 attualmente attivi.
Sono 180 le aziende che hanno costituito filiere e reti nei settori produttivi più tradizionali: legno/arredo, agroalimentare/enogastronomia/ristorazione, abbigliamento/moda, meccanico.
L’iniziativa ha visto il coinvolgimento delle associazioni di categoria, delle Agenzie per il lavoro, degli Enti di formazione e dei Centri per l’impiego.
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