Affidamento dei servizi sociali, urge un cambiamento nelle Marche
Il bilancio di un incontro svoltosi a Senigallia il 21 novembre
Il welfare delle Marche ha bisogno di una nuova modalità di affidamento dei servizi sociali, che superi la consuetudine delle gare d’appalto e che punti sulla qualità del servizio offerto agli utenti e ai cittadini.
Di come arrivare a questo traguardo, si è parlato a Senigallia (An) il 21 novembre, all’Istituto Panzini, nell’incontro “Affidamento dei servizi e cooperazione sociale: superare le gare d’appalto nei servizi sociali e di cura alla persona”.
“Il mercato non è solo un territorio di competizione ma un luogo di scambio in cui si possono costruire diverse opzioni nella gestione del welfare – ha detto Gianfranco Alleruzzo, Alleanza Cooperative Marche -, non c’è scritto da nessuna parte che fare le gare d’appalto sia l’unica strada. Per noi cooperatori, che da trent’anni siamo in prima linea nella costruzione del sociale nelle Marche, è ormai necessario valutare le conseguenze del modo in cui viene affidato un servizio, perché può incidere negativamente sia sulla qualità del servizio stesso per i cittadini, sia per i lavoratori e le cooperative, per le quali non è nella loro natura essere appaltifici. Non si può parlare di qualità quando con gare d’appalto che arrivano ad un ribasso che oscilla anche fra il 16 e il 20%”.
Per questo, ha annunciato Alleruzzo, come Alleanza delle Cooperative Sociali Marche, “stiamo lavorando ad un protocollo d’azione su cui confrontarci con la Regione Marche per chiedere di arrivare presto ad un risultato comune più positivo che superi una gestione legata solo all’appalto“.
Il presidente di Anci Marche e sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, ha sottolineato come “per i Comuni sia importante potersi confrontare con buone pratiche già esistenti per creare anche un modello Marche. Non si tratta, infatti, di capire quanto risparmiamo ma quali servizi mettiamo in campo. Siamo pronti, quindi, a recuperare qualche bella esperienza da mettere a disposizione della comunità”.
Buone pratiche come quella del Comune di Brescia, illustrata dall’assessore ai Servizi sociali, Felice Scalvini, orientata alla logica dell’accreditamento di tutti i servizi e alla tariffazione per quelli specialistici. Altro modello è quello dell’Emilia Romagna dove, dopo la legge regionale 50, è stato creato in Regione un gruppo di lavoro con la cooperazione sociale, ha spiegato Alberto Alberani, responsabile Legacoopsociali Emilia Romagna, per creare delle linee guida condivise per superare le gare d’appalto che vanno dall’affidamento per accreditamento alla tariffazione dei servizi.
Per i rappresentanti di Aci Sociali Marche, Paolo Pelosi, “ci sono già delle possibilità per andare oltre gare e anche per contribuire al welfare con la sussidiarietà” mentre Roberto Frullini, “l’appalto è una questione strumentale che può essere superata e governata. Ci sono strade nuove che possono essere battute per superare il giochino del ribasso, che viene scoraggiato anche dall’Autorità nazionale anticorruzione”.
Dagli Organizzatori
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