La crisi economica non ferma la solidarietà: nelle Marche 45.000 volontari
Un'indagine rivela: sono quasi 1.500 le associazioni sparse sul territorio, con un numero simile di uomini e donne
Son 1.434 organizzazioni di volontariato attive e 44.600 volontari, le Marche si confermano una regione sempre più solidale e il volontariato continua ad essere una risorsa insostituibile per le comunità locali.
Dal 2008 (anno della precedente rilevazione) infatti, le associazioni hanno registrato un incremento del 17%, cresciute di oltre 200 unità, e i volontari dell’11,3%.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel “Rapporto 2016 sul volontariato nelle Marche”, presentato il 15 novembre in Regione: una fotografia con numeri e caratteristiche del volontariato marchigiano, risultato della Rilevazione regionale sulle Odv, condotta nel 2015 dal Servizio Politiche Sociali della Regione Marche, con l’Osservatorio regionale politiche sociali dell’Ars (Agenzia regionale sanitaria), il Sistema informativo statistico e il CSV Marche (Centro Servizi per il Volontariato).
“Si tratta di una rete capillare consolidata – ha rilevato in una nota l’assessore alla Partecipazione e Volontariato, Fabrizio Cesetti – Il rapporto infatti evidenzia che le organizzazioni di volontariato svolgono attività continua e regolare a sostegno delle comunità locali del territorio. Sono una risorsa strutturata e non occasionale, realtà in crescita importante e preziosa per la regione”.
A introdurre l’incontro sono stati Giovanni Santarelli, Dirigente Servizio Politiche sociali, e Francesco Di Stanislao, Direttore dell’Ars; Claudio Bocchini dell’Osservatorio regionale politiche sociali e Maria Elena Tartari del Sistema informativo statistico hanno illustrato i dati salienti del Rapporto, per poi lasciare spazio alla tavola rotonda, coordinata da Stefano Ricci dell’Ars, tra istituzioni, CSV Marche, Forum Terzo Settore e Università.
Dal rapporto emergono alcuni cambiamenti che negli ultimi anni hanno interessato il settore, e le caratteristiche peculiari del volontariato marchigiano, che rappresentano al tempo stesso opportunità e rischi. Se da un lato infatti le associazioni crescono sensibilmente, questo incremento va messo in relazione con le dimensioni ridotte della stragrande maggioranza di esse (le Odv più grandi sono quelle dell’ambito sanità, con un numero medio di 40 volontari), un forte radicamento territoriale ed il rischio di “localismo”.
Dunque come sono strutturate le associazioni marchigiane? E dove si impegnano? Nella grande maggioranza dei casi (l’82%) operano con regolarità e continuità, potendo contare su volontari “sistematici”, e di fatto coprono tutti i settori di attività e servizi. Il primo macro settore di attività è il socio – assistenziale (55% delle Odv), al secondo posto c’è la sanità (19% delle Odv), poi la valorizzazione del patrimonio storico artistico e culturale (10%), la tutela dell’ambiente (6%), la protezione civile (6%) e la tutela e protezione animali (4%). Operano perlopiù a livello locale (il 42% in ambito comunale), e per il 43% erogano servizi attraverso rapporti formalizzati con istituzioni pubbliche territoriali.
“La realizzazione di questa ricerca, per cui ringraziamo Regione e Ars – ha spiegato Simone Bucchi, presidente del CSV Marche – è importante per programmare ancora meglio le nostre attività e per riflettere su alcuni elementi: il cambiamento delle modalità di finanziamento del welfare, che porta con sé un cambiamento anche nel modello di risposta ai bisogni; un volontariato che non resta ancorato al passato, ma si evolve, rispondendo a bisogni emergenti e che può offrire delle opportunità, anche in questa fase di crisi”.
“Quanto alla mission del CSV – conclude Bucchi – la ricerca evidenzia risultati lusinghieri che ci danno nuovo impulso per affrontare con impegno le prossime sfide: il volontariato singolo, occasionale e quello dei grandi eventi, e su tutto le novità legate alla Riforma del Terzo Settore e al cambiamento che ci richiede, con il principio delle porte aperte anche alle altre organizzazioni del mondo non profit”.
Ma chi sono i volontari? E come vivono il loro impegno solidale? C’è una quasi parità tra uomini (49,6%) e donne (50,4%); quanto all’età, complessivamente, si osserva un certo “invecchiamento” anche nei volontari, infatti la maggior parte hanno dai 30 ai 64 anni (il 64,2%), un quinto di essi è anziano (il 20,9% ha più di 64 anni), mentre i più giovani, fino a 29 anni, sfiorano solo il 15%. Davvero lodevole risulta l’impegno, considerato che il 66,5% dei volontari si dedica al volontariato in maniera continuativa e sistematica, tanto che, stimando un impegno medio di 7 ore a settimana, il monte ore cumulato settimanalmente equivale al lavoro di 6.150 persone.
Quanto ai destinatari di tanto impegno, le associazioni si dividono tra utenza indiretta (56%) e utenza diretta (43%) e quest’ultima è pari a quasi 178 mila unità (mediamente circa 115 utenti ogni 1.000 residenti). Cifre che continuano ad essere numericamente importanti, ma con un riposizionamento rispetto alle fragilità maggiormente prese in carico: immigrazione, povertà e non autosufficienza.
L’ultimo capitolo della ricerca infine, è dedicato ai rapporti delle Odv con il CSV Marche. Istituito dalla legge nazionale sul volontariato per sostenere le associazioni, offrendo loro servizi gratuiti, e operativo in regione da oltre 15 anni, il CSV delle Marche è ormai un punto di riferimento per le associazioni (l’81% fruisce dei suoi servizi), e con soddisfazione (il 68% dichiara di essere altamente soddisfatta dei servizi ricevuti).
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