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Terremoto, 26705 le persone senza casa nelle Marche

Aggiornamento dati: coinvolti 123 Comuni, quasi la metà nel maceratese, 62 scuole inagibili

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Terremoto 26 ottobre 2016, la situazione in via Proietti a Tolentino

Proseguono i sopralluoghi dopo le ultime scosse e si allunga ancora la lista dei danni nei 123 Comuni marchigiani coinvolti dal sisma: 54 nella provincia di Macerata, 27 in quella di Fermo, 28 in quella di Ascoli e 14 in quella di Ancona.

Grazie ai 5,6 milioni di euro arrivati nelle casse della Regione dalla Protezione Civile giovedì scorso, sono state evase tutte le richieste di pagamento delle amministrazioni comunali relative a contributi di autonoma sistemazione, alberghi e interventi di somma urgenza pervenute dai Comuni fino a sabato 5 novembre.

Per quanto riguarda le scuole, negli ultimi tre giorni ne sono state verificate quasi 300. Per ora ne sono state dichiarate inagibili 62 (34 nella provincia di Macerata, 3 in quella di Fermo, 19 nella provincia di Ascoli e 6 in quella di Ancona), ma il quadro non è ancora completo.

In continuo aggiornamento anche gli altri dati. Le persone rimaste senza casa ad oggi sono 26.705:  14.925 sono assistite in loco (palestre, capannoni, palazzetti) (11.095 Mc; 798 Fm; 2.022 Ap; 1.010 An); 4.959 in autonoma sistemazione (2.509 Mc; 381 Fm; 2016 Ap; 53 Ancona) e 6.821 in albergo (4.913 Mc; 180 Fm; 1.576 Ap; 152 An). A queste si aggiungono 12.603 persone che trascorrono la notte in macchina o da parenti e amici per paura di nuove scosse.

249 le zone rosse delimitate perché a rischio crolli. Aumentano, con gli ultimi sopralluoghi, le sedi inagibili dei municipi che raggiungono quota 55: 29 nel Maceratese, 6 nel Fermano, 19, nel Piceno e 1 nell’Anconetano. In aumento anche le attività produttive dichiarate inagibili: ben 775 di cui 695 nel Maceratese, 19 nel Fermano, 57 nell’Ascolano 4 4 nell’Anconetano. Infine 191 le stalle inagibili: 152 nella provincia di Macerata, 8 in quella di Fermo e 31 nel Piceno.

Sul fronte della sanità continua la predisposizione dei quattro moduli sanitari per ripristinare i servizi dell’ospedale di Amandola, chiuso sabato scorso dopo la definitiva dichiarazione di inagibilità a seguito della scossa di terremoto del 30 ottobre.

Nonostante le difficoltà dovute al maltempo, i tecnici stanno provvedendo all’impiantistica e a tutto ciò che necessita per la funzionalità sanitaria.  Nel frattempo sono già operative due tende pneumatiche  per le funzioni sanitarie di urgenza: presente la Potes (postazione territoriale emergenza sanitaria) con il medico, il punto di primo intervento, la continuità assistenziale, il punto prelievo e “point of care”.

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