Inquinamento ambientale, le Marche tra vizi e virtù
Un convegno ha fatto il punto della situazione confrontando i dati della Regione con quelli del resto d'Italia
Inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad altra radioattività, impedimento del controllo, omessa bonifica. Sono questi i nuovi ecoreati previsti dalla legge 68/2015 in materia di delitti contro l’ambiente.
“Da maggio dello scorso anno” ha affermato Stefano Ciafani, direttore nazionale di Legambiente, intervenendo ad Ancona al convegno su ecomafie e imprese “queste violazioni ambientali sono perseguite, e chi le commette rischia multe pesanti e la reclusione fino a sei anni, che diventano quindici nel caso del disastro ambientale. Inoltre vengono raddoppiati i termini per la prescrizione e sono previste specifiche aggravanti per mafia. Si ha anche la confisca del profitto del reato. Fare affari commettendo delitti contro l’ambiente, grazie alla nuova legge, è più difficile”.
Al convegno, organizzato da Unioncamere Marche, in collaborazione con Legambiente e Libera, hanno partecipato anche il presidente di Unioncamere Marche Graziano Di Battista, il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Cinzia Clementina Gagliardi e Enrico Fontana della segreteria nazionale Legambiente. Il dibattito è stato moderato da Paola Senesi, referente di Libera per le Marche.
Lo smaltimento illegale di rifiuti industriali è il più pericoloso campo d’attività delle ecomafie e uno tra i business illegali più redditizio. Anziché essere trattati e gestiti secondo le norme, che ne assicurano lo smaltimento in regime di sicurezza ambientale e sanitaria, i rifiuti speciali vengono nascosti e così avvelenano l’aria, contaminano le falde acquifere, inquinano i fiumi e le coltivazioni agricole, minacciano la salute dei cittadini, contaminando con metalli pesanti, diossine e altre sostanze cancerogene i prodotti alimentari. In questo racket, insieme alle mafie, agiscono i manager delle aziende, faccendieri, amministratori locali e tecnici senza scrupoli che insieme costituiscono una vera e propria associazione criminale.
“Le Marche” ha ricordato Di Battista “si piazzano al dodicesimo posto nella classifica regionale dell’illegalità nel ciclo dei rifiuti del 2014, con 183 infrazioni accertate, 192 denunce e 78 sequestri. Si tratta di violazioni gravissime che ledono la salute dei cittadini e gli interessi delle imprese marchigiane oneste, che subiscono la concorrenza sleale di chi abbatte i costi aziendali violando le norme sull’ambiente e la sicurezza. Occorre capire che il rispetto della legalità coincide con la nostra qualità della vita e con quella delle future generazioni”.
C’è poi l’Italia del mattone selvaggio. Una piaga, l’abusivismo edilizio, che, secondo il Cresme, produce più di 20 mila case ogni anno, devastando i luoghi più belli del Paese. Nella classifica regionale dell’illegalità nel ciclo del cemento, le Marche sono tra le regioni virtuose: al quindicesimo posto con 129 infrazioni accertate, 209 denunce e 17 sequestri.
Non siamo nemmeno una regione di piromani. Appena 7 incendi dolosi nel 2014 che ci vedono al terzultimo posto tra le regioni italiane, appena sopra il Trentino e la Valle D’Aosta. A primeggiare è la Sicilia con 820 infrazioni accertate. Siamo invece messi peggio per quanto riguarda i furti e il traffico illegale di opere d’arte. Nella classifica dell’arte rubata siamo all’ottavo posto con 4p0 furti di opere d’arte scoperti nel 2014 dalle forze dell’ordine.
Infine i reati contro il patrimonio faunistico. Tra bracconaggio, allevamenti illegali, macellazioni in nero e combattimenti clandestini sono state 339 le infrazioni accertate nelle Marche, che ci posizionano esattamente a metà nella classifica regionale dell’illegalità contro la fauna.
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