Le Marche sperimentano modello di assistenza per l’interruzione volontaria di gravidanza
Il progetto partirà dal Distretto 4 di Senigallia
Presso il Distretto 4 di Senigallia, la Regione Marche sperimenterà un modello assistenziale di interruzione volontaria farmacologica della gravidanza (IVG).
Ricalcherà quanto già fatto da altre Regioni – come il Piemonte, l’Emilia Romagna, Toscana e Umbria – privilegiando il Day Hospital rispetto al ricovero ordinario, ma con una maggiore integrazione con il territorio attraverso il coinvolgimento la valorizzazione e dei Consultori. Lo ha deciso la Giunta regionale nella seduta del 13 giugno, approvando la delibera che autorizza l’Asur (Azienda sanitaria unica regionale) ad avviare la sperimentazione.
Il modello organizzativo proposto consente di utilizzare al meglio le strutture consultoriali e i presidi ospedalieri, evitando ricoveri non necessari, dal momento che l’IGV farmacologica permette una precoce interruzione della gestazione, senza l’invasività chirurgica. Il percorso di interruzione con la RU 486, che si è deciso di sperimentare nelle Marche, prevede un primo accesso al Consultorio familiare per confermare la gravidanza, verificare i criteri di ammissione e l’assenza di controindicazioni al trattamento farmacologico, per fornire le informazioni necessarie, prenotare il Day Hospital e prendere in carico la paziente anche dal punto di vista psicologico.
Successivamente, al primo accesso in Day Hospital, avviene l’apertura della cartella clinica, la somministrazione del farmaco con le prescrizioni, le informative e le segnalazioni necessarie (al medico di pronto soccorso e al Consultorio). A distanza di 48 ore viene programmato il secondo accesso, con visita ecografica per valutare se l’aborto è stato completato (con conseguente dimissione) o non avvenuto (in questo caso si procede alla seconda somministrazione del farmaco). Dopo 14 giorni è previsto il secondo accesso al Consultorio familiare dove verrà effettuata la visita di controllo e l’ecografia per verificare la completezza dell’aborto o, in caso di aborto incompleto, programmare il successivo percorso chirurgico presso il presidio ospedaliero di riferimento.
L’interruzione volontaria della gravidanza (IVG) viene disciplinata dalla legge 194/1978 che la regolamenta, ma non la liberalizza, consentendola nei primi 90 giorni di gestazione. Nel 2009 il Ministero della Salute ha previsto il ricovero ospedaliero di tre giorni per le donne che ricorrono a IGV farmacologica. Alcune Regioni hanno scelto di esercitare la loro autonomia nell’erogazione e gestione del servizio, non ricorrendo al ricovero ordinario, al fine di fornire un servizio più vicino alla popolazione, in contesti sociali e relazionali che rispondono maggiormente alle esigenze della donna.
Gli stessi dati del Ministero della Salute evidenziano infatti che il 76% delle donne firmano per la dimissione dopo la somministrazione della RU 486 senza rischi per la propria salute, rispetto a quelle che scelgono di rimanere nel contesto ospedaliero. Con la sperimentazione presso il Distretto di Senigallia, si dà avvio, nella nostra regione, ad un modello assistenziale innovativo che associa il Day Hospital al Consultorio e garantisce la presa in carico delle pazienti, accompagnandole per tutta la durata del percorso.
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Marche Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!