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Giuliano Poletti ospite di Legacoop Marche per parlare di cooperazione sociale

Il ministro del Lavoro ha sottolineato l'importanza di una rete di protezione welfare

Giuliano Poletti

“La cooperazione sociale ha un fine ampio, quello di coinvolgere le comunità con la capacità di essere imprenditori sociali, di costruire un welfare che si rigenera di continuo nella relazione e nello scambio che si crea con la comunità stessa, con le persone di cui ogni giorno vengono ascoltate e percepite le necessità nella realizzazione dei servizi”.

È questa “La visione della cooperazione sociale” del welfare di Legacoop Marche, illustrata nei giorni cscorsi dal presidente Gianfranco Alleruzzo, alla platea del Ridotto del Teatro delle Muse. Una realtà, quella delle 69 cooperative sociali di Legacoop Marche, 317 quelle attive in tutta la regione, che registra un valore di produzione di 172 milioni, su un totale regionale di 311 milioni, e 7.060 occupati sui 12.560 delle Marche.

“I finanziamenti pubblici non sono l’obiettivo dell’essere cooperazione sociale – ha detto Alleruzzo -, sono solo un pezzo del lavoro che viene fatto per le persone. Il servizio non è un costo ma un’evoluzione condivisa della società. È perciò necessario pensare alla cooperazione sociale come partner per la costruzione del welfare, non solo per l’affidamento e la gestione degli appalti”. In quest’ottica, “parlare di welfare rigenerativo impone di superare, una volta per tutte, l’idea che i servizi siano offerti dalle cooperative e consumati dagli utenti. I servizi non sono merci che si consumano, come un barile di petrolio, e neppure doni che istaurano una relazione di dipendenza da parte di chi riceve verso chi ha dato. Queste due visioni sono profondamente sbagliate e impoveriscono la potenza dei servizi”.

Per Alleruzzo, “i servizi sono scambi che generano un rapporto di reciprocità, cioè generano rapporti fiduciari, che sono alla base della coesione sociale. Se manca, e può succedere, i servizi si riducono a mera prestazione, che non genera alcuna coesione sociale, ma solo esperienze individuali e per questo non coesive. L’elemento che rende evidente un servizio rigenerativo è la sua continua evoluzione che la cooperazione sociale realizza da protagonista e che offre per la programmazione e progettazione”.

Partendo da una visione ecologica del welfare, facciamo una richiesta alla comunità, a partire dalla Regione Marche. Investire su un modello di economia rigenerativa che esige organizzazioni, istituzioni e imprese a loro volta rigenerative. Un welfare rigenerativo che abbia come conseguenza l’attivazione di scambi che ne permettano la continua evoluzione”.

Un’evoluzione che, secondo il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, deve essere costruita “dall’incontro fra il pubblico e il privato, da un continuo dialogo sviluppato sul territorio per essere capaci di affrontare il lungo cambiamento radicale in corso e di costruire una condizione diversa altrimenti la società e la sua tenuta sociale rischiano di andare in pezzi, con un’emarginazione che può essere non più recuperabile e con i problemi sociali che ci esploderanno in faccia”. Occorre, perciò, sviluppare, per Poletti, “una rete generale di protezione sociale, con politiche per il lavoro, per il sociale, per la povertà. Abbiamo bisogno di costruire politiche di presa in carico, in una logica di accompagnamento, di transizione possibile ad una condizione in cui possano maturare le capacità di liberazione dal bisogno”.

La necessità di fare rete fra i vari soggetti che si occupano del welfare nelle Marche è stata condivisa anche dalla tavola rotonda, moderata da Chiara Paduano, giornalista Rai, con Gianfranco Alleruzzo, presidente di Legacoop Marche, Fabrizio Volpini, presidente IV Commissione Sanità e Politiche sociali Assemblea legislativa Marche, Alessandro Marini, direttore generale Asur Marche, Giovanni Santarelli, Dirigente P.F. Programmazione sociale Regione Marche, Diego Mancinelli, portavoce Forum Terzo settore Marche. Dal presidente dell’Assemblea legislativa, Antonio Mastrovincenzo, l’impegno a promuovere negli organi regionali l’aumento delle risorse per il welfare e la cooperazione sociale, coinvolgendo questi soggetti anche nell’utilizzo dei 39 milioni disponibili del Fondo sociale europeo, insieme all’apertura di tavoli di confronto sulla nuova legge del terzo settore e la volontà di semplificare la normativa regionale con un testo unico che comprenda la cooperazione sociale, la promozione sociale, il volontariato.

QUATTRO ESPERIENZE DI RIGENERAZIONE
Una “visione ecologica” del welfare, quella di Legacoop Marche, dimostrata dalle quattro esperienze di cooperazione sociale presentate oggi: “Cives”, un progetto di housing sociale, illustrato da Andrea Scocchera, vicepresidente Cooss Marche, uno dei partner, che, con un investimento di 45 milioni di euro, realizzerà 180 alloggi, 60 già costruiti, e una struttura socio-sanitaria con 170 posti letto; “Le Rondini”, una sperimentazione di inserimento di persone disabili, spiegata da Simona Giommi, presidente Labirinto, come assistenti educatrici in un asilo nido; “Oltre i servizi”, la prima esperienza di inserimento lavorativo di persone svantaggiate in una cooperativa agricola nelle Marche, raccontata da Cesare Baldeschi, cooperativa De Rerum Natura; “Ama Terra”, la sperimentazione dell’utilizzo dell’attività agricola per l’inserimento lavorativo di persone con dipendenza, descritta da Carla Capriotti di Ama Aquilone.

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