In Italia il 62% del movimento turistico ha come destinazione finale le spiagge gestite dalle imprese balneari. Si capisce dunque che i rischi ambientali ed economici che potrebbero scaturire da un qualsiasi incidente connesso alle attività estrattive sarebbero pari ad una catastrofe.

Ecco perché domenica prossima, 17 aprile, tutti gli imprenditori balneari delle Marche voteranno “SI”al referendum. Mobilitati da settimane, i gestori degli stabilimenti sono sul piede di guerra e, attraverso il presidente Sib Confcommercio Marche Enzo Monachesi, fanno sentire la loro voce.

“Per fermare le estrazioni di idrocarburi in mare, entro le 12 miglia dalla costa; per tutelare l’ambiente ed il paesaggio; per affermare la volontà di un modello di sviluppo all’insegna della piena sostenibilità: per tutto questo il nostro sindacato di categoria ha deciso di votare SÌ“.

“Il tempo delle fonti fossili è scaduto – ha sottolineato ancora Monachesi –; quelle presenti nel sottosuolo del nostro Paese, infatti, non possono certo intaccare la dipendenza dell’Italia dalle importazioni delle stesse e, per altro, producono un vantaggio economico a dir poco risibile, vista l’inconsistenza delle royalties, a tutto vantaggio delle compagnie private proprietarie dei titoli minerari e degli idrocarburi estratti, che non sono certo dello Stato. Il vero “greggio” sono le ricchezze dell’Italia: siamo seduti sopra un pozzo di oro nero inesauribile. Parliamo del turismo, della pesca, del comparto agroalimentare, della piccola e media impresa, della cultura. Settori che sono pienamente presenti nel territorio marchigiano, fonte di ricchezza e di ulteriore sviluppo, attraverso la gestione virtuosa delle risorse ambientai e paesaggistiche“.

“Quindi, domenica 17, votate insieme ai balneari marchigiani “SI”… e poi tutti al mare!”

da Enzo Monachesi,
presidente S.I.B. Confcommercio Marche