Cna Marche lancia l’allarme, appalti pubblici in calo nella nostra Regione
Dal 2012 sono stati 1.908 gli appalti superiori a 40.000 euro assegnati nelle Marche
Sempre di meno e con importi sempre più bassi. La crisi ed i tagli ai bilanci degli enti locali fanno sentire i loro effetti anche sugli appalti pubblici delle Marche. Se nel 2014 ne sono stati aggiudicati 766 di importo superiore ai 40 mila euro, per un valore complessivo di 500 milioni di euro ed un importo medio di 653 mila euro, le cose sono andate decisamente peggio nei primi otto mesi di quest’anno. Tra gennaio e agosto del 2015 secondo il “Rapporto sugli appalti pubblici di lavori nelle Marche 2015”, presentato dal Centro Studi Sistema Cna Marche, sono stati assegnati soltanto 123 appalti pubblici di importo superiore ai 40 mila euro, per un importo totale di 33,4 milioni di euro e un importo medio di 271 mila euro.
“La riforma degli appalti, in discussione alla Camera non va fatta contro le piccole e medie imprese. Apprezziamo il fatto che le nuove regole facilitino le condizioni di accesso alle piccole imprese, incentivando la suddivisione dei lotti e regolamentando i subappalti. Apprezziamo anche la semplificazione dei procedimenti e la decisione di introdurre il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”. Lo ha sostenuto il segretario nazionale Cna Costruzioni Mario Turco, intervenendo ad Ancona alla presentazione del “Rapporto sugli appalti pubblici di lavori nelle Marche 2015”, da parte di Giovanni Dini, direttore del Centro Studi Sistema Cna Marche.
Dopo i saluti del presidente Cna Marche Gino Sabatini e di Marco Zucconi, presidente Cna Costruzioni Marche, la riforma del Codice degli Appalti Pubblici, è stata al centro di un confronto al quale hanno partecipato l’Onorevole Piergiorgio Carrescia della Commissione Ambiente e Territorio della Camera dei Deputati, il direttore dell’Ordine degli ingegneri delle Marche Dora De Mutiis e il dirigente dell’Osservatorio sui contratti pubblici della Regione Marche Michele Pierri.
“La nuova disciplina sugli appalti pubblici”, è stato evidenziato dall’Onorevole Carrescia, “prevede la riduzione e la qualificazione delle stazioni appaltanti e l’obbligo di aggregazione dei Comuni per appalti di importo superiore a 100 mila euro. Inoltre una maggior trasparenza delle procedure di subappalto e tracciabilità delle procedure di gara, con rescissione del contratto per variazioni superiori a determinate soglie.”
“RAPPORTO SUGLI APPALTI PUBBLICI DI LAVORI NELLE MARCHE 2015”
Dal 2012 gli enti locali marchigiani hanno appaltato 1.908 lavori superiori a 40 mila euro per un importo totale di 1,5 miliardi di euro. Oltre il 52 per cento degli appalti riguardano importi tra i 40 e i 150 mila euro. Gli importi superiori, fino a 500 mila euro riguardano il 29 per cento degli appalti assegnati negli ultimi quattro anni mentre solo nel 19 per cento dei casi si sono superati i 500 mila euro. Inoltre nel corso degli anni considerati, gli appalti pubblici sono stati assegnati con percentuali di ribasso sempre più alti: si è passati dal 20,7 del 2013 al 26,9 per cento del 2015.
“Le imprese della nostra regione” ha affermato Dini “negli ultimi quattro anni si sono aggiudicati l’80 per cento degli appalti ma il loro valore è stato di appena il 29,3 per cento del valore complessivo degli appalti banditi nelle Marche. In particolare su 1,5 miliardi di lavori quelli andati ad imprese esterne alle Marche hanno superato il milione di euro. Questo significa che le imprese edili marchigiane hanno ottenuto gli appalti di valore più basso mentre gli appalti di valore superiore sono andati alle imprese di fuori regione. Soprattutto si è trattato di aziende di Teramo (55 appalti), di Roma (45), di Perugia (27) e di Rimini (20).”
Quasi la metà degli appalti pubblici ha riguardato la realizzazione di edifici civili e industriali (25,9) e di strade, autostrade, ferrovie, ponti e viadotti (23 per cento). Nell’11 per cento dei casi sono stati assegnati appalti per acquedotti, gasdotti ed oleodotti e nell’8,7 per cento opere di restauro e manutenzione dei beni immobili sottoposti a tutela.
Il Centro Studi Sistema Cna ha stilato anche la classifica dei primi dieci enti appaltanti: al primo posto la Rete ferroviaria italiana con lavori per 326,7 milioni di euro. Seguono l’Eni con 205,5 milioni e la Regione Marche con lavori per 195,7 milioni di euro. Al quarto posto l’Italferr spa con 178,2 milioni di euro. La modalità di aggiudicazione più frequente tra le imprese che hanno ultimato i lavori è la procedura negoziata senza previa pubblicazione che risulta utilizzata nel 52,6% dei casi. Seguono, ma a distanza, l’affidamento in economia con il cottimo fiduciario (14,2%) e la procedura aperta (10,9%). Scarso peso hanno l’affidamento diretto (5,2%) e la procedura ristretta (3%).
da: CNA Marche
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