No del Consiglio Regionale alle trivellazioni nell’Adriatico, si va verso il referendum
Andrea Biancani, Presidente della Commissione Ambiente della Regione Marche, spiega i motivi alla base della decisione
Oggi la Regione Marche, con l’approvazione dei sei quesiti referendari contro le norme dei decreti Sviluppo e Salva Italia riguardanti il tema delle nuove trivellazioni in Adriatico, rilancia con forza la necessità che una scelta così strategica e importante per i territori non può essere presa solo dallo Stato che quando la Regione è contraria attiva il potere sostitutivo riducendo così i suoi poteri di sussidiarietà stabiliti dal Titolo V della Costituzione.
Le Marche hanno deciso di procedere alla nuova formulazione del Piano Energetico regionale ed è già stato avviato il confronto con le associazioni e i territori per giungere quanto prima alla redazione della nuova strategia energetica regionale. E’ in questo contesto che deve essere affrontato il tema delle trivellazioni.
Va inoltre sottolineato che la Commissione Ambiente nelle varie audizioni e approfondimenti ha potuto valutare che la quantità di gas che si riuscirebbe a prelevare dal mare Adriatico rappresenta una parte veramente minimale rispetto alle reali esigenze del Paese, tale da non poter essere considerata strategica ai fini della riduzione dei costi dell’energia. Un aspetto che va considerato quando si vanno ad attivare ricerche che potrebbero anche essere dannose al nostro ambiente, al turismo e all’economia legata a questi settori strategici.
Il referendum rappresenta un segnale forte che il Consiglio regionale esprime a pochi mesi dal suo insediamento e che lo impegnerà nei prossimi mesi a presentare nei territori le motivazioni di questa scelta.
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