Immigrazione, Amnesty International Italia scrive a Matterella
Il presidente Marchesi e il direttore Rufini: "Serve un'informazione basata sui diritti umani e non propagatrice di odio"
Il presidente Antonio Marchesi e il direttore generale di Amnesty International Italia Gianni Rufini hanno scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per condividere le preoccupazioni dell’organizzazione “per il clima culturale e politico che si è creato, da alcuni mesi a questa parte, attorno a un problema che è certamente complesso ma che, al tempo stesso, non rappresenta né una novità assoluta né una sfida troppo grande per il nostro paese. Ci riferiamo alla questione dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati nel nostro paese.”
Si tratta, in verità, di una questione che, a fronte della più grave crisi mondiale di rifugiati dalla Seconda guerra mondiale in poi, tocca l’Europa – e anche l’Italia – in modo piuttosto modesto. Costante di ogni crisi dei rifugiati è, del resto, che la grande maggioranza di essi cerca riparo nei paesi confinanti, o comunque nella stessa regione. E’ ciò che è puntualmente avvenuto anche in questa occasione: oltre il 90 per cento delle persone fuggite dalla Siria, per esempio, non ha lasciato la regione medio-orientale.
“Ciò nonostante, assistiamo con sempre maggiore frequenza a manifestazioni violente e intolleranti nei confronti dei piani di accoglienza e ospitalità temporanea di cittadini stranieri in diversi Comuni italiani.” hanno sottolineato Marchesi e Rufini. “In svariate occasioni, rappresentanti di partiti e movimenti politici e uomini e donne delle istituzioni – compresi presidenti di regioni e sindaci di comuni grandi e piccoli – hanno organizzato o in vario modo sostenuto le proteste delle comunità locali, anche attraverso veri e propri incitamenti alla violenza e istigazioni all’odio su base etnica, che vanno ben al di là dell’esercizio del diritto alla libertà di manifestazione e di espressione, rappresentando, al contrario, comportamenti penalmente rilevanti. L’uso di espressioni violente e discriminatorie è ormai comune, tanto sul social network – territorio in cui questo fenomeno prospera -, quanto nei media tradizionali e persino in trasmissioni radio-televisive di largo ascolto.” hanno ammonito Marchesi e Rufini.
“Ci permettiamo, signor Presidente, di chiederLe, quale massimo rappresentante del nostro paese, di farsi interprete delle nostre preoccupazioni e promotore di una stagione nuova dal duplice punto di vista dell’organizzazione e della cultura dell’accoglienza.” hanno concluso Marchesi e Rufini. “É nostro profondo convincimento che un’accoglienza realizzata non più in una continua modalità emergenziale bensì secondo criteri di programmazione, sostenibilità, equità ed efficienza, condivisi e discussi con tutti gli interessati, a cominciare dalle comunità locali, potrebbe stemperare le tensioni, ridurre al minimo l’eventuale impatto negativo sul territorio, superare le proteste e, soprattutto, contribuire a evitare la strumentalizzazione politica delle stesse. Più di ogni altra cosa, un’accoglienza realizzata secondo questi criteri potrebbe garantire condizioni di vita rispettose dei diritti e della dignità dei cittadini stranieri.”
La lettera si conclude con la richiesta di un richiamo del presidente Mattarella alla necessità di un’informazione basata sulla promozione dei diritti e sul confronto democratico, che non si faccia propagatrice di messaggi di odio, alla quale possano avere accesso le organizzazioni di solidarietà e per i diritti umani e che dia il giusto spazio e valore anche alle migliori esperienze di solidarietà che il nostro paese ha dimostrato più volte di saper realizzare.
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