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Ricostruzione, il presidente della Regione Marche Ceriscioli: “Accordo con il governo”

Necessarie anche una profonda semplificazione delle procedure e una politica di rilancio dei territori

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“Il prossimo passo che vogliamo condividere con il governo è un accordo di programma quadro, che metta al centro il tema delle aree interne e della loro rinascita. Abbiamo elaborato con tutti i soggetti del territorio un piano strategico che ha raccolto oltre cento progetti, che parlano di economia, di turismo, di rilancio”.

Lo ha detto il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli la mattina di venerdì 24 agosto ai microfoni di La7 Tv, nel corso di un intervento in cui ha tracciato il bilancio di due anni, in cui la Regione Marche è stata impegnata quotidianamente nella gestione dell’emergenza post sisma e delle prime fasi della ricostruzione.

Una richiesta precisa, dunque, di ascolto e di vicinanza concreta, anche attraverso la figura del futuro commissario, che – ha detto Ceriscioli – “dovrà avere uno stretto rapporto con i territori colpiti dal sisma e al tempo stesso con il governo. Più i rapporti del Commissario saranno rapidi e buoni con il governo, più sarà facilitata la ricostruzione.

I due anni dalla tragedia nella logica della ricostruzione sono stati necessari per rendersi conto di ciò che serve, perché occorre guardare le cose che non vanno e migliorarle. Occorre, in primo luogo, dare stabilità all’ufficio ricostruzione, rinnovando le persone che ci stanno lavorando, visto che circa seicento hanno il contratto in scadenza.

A questo punto è importante un salto di qualità. Dopo due anni occorre dare la possibilità concreta ed effettiva di spendere le tante risorse a disposizione per la riqualificazione del territorio, il ritorno dei cittadini, la ripartenza economica.

Il presidente ha evidenziato ancora una volta, tra le principali criticità, il fatto che si debbano utilizzare procedure ordinarie in un contesto straordinario. “Questa – ha detto – è la difficoltà maggiore nel processo della ricostruzione, in parte avviata con 1150 progetti di ricostruzione privata approvati che sono oggi cantieri.

Pensiamo ad esempio al Comune di Arquata, che ha la possibilità di realizzare 70 milioni di euro, già finanziati, di opere pubbliche, pari a un piano delle opere trentennale, e non ha poi gli strumenti e le persone necessari per portare avanti le iniziative. C’è molto da fare, servono più forti e profonde semplificazioni per dare un’altra dinamica e altri tempi alla ricostruzione”.

Sul capitolo aree interne e spopolamento dell’Appennino Ceriscioli ha poi ricordato: “Lo spopolamento avveniva già prima del terremoto. La Regione Marche è orgogliosa della bellezza delle proprie aree interne. Sono posti fantastici, di grande qualità ambientale, paesaggistica ed enogastronomica. Sono il cuore straordinario di questo Paese.

Ora abbiamo un’opportunità: invertire la tendenza allo spopolamento. La riqualificazione e la ricostruzione non è solo delle case, necessaria e fondamentale, ma anche nel mettere in campo le politiche per il ripopolamento e il rilancio economico di queste aree.

Quando si chiede una zona franca urbana rafforzata, cioè agevolazioni fiscali per chi opera nelle zone più colpite per un periodo lungo, si esprime la volontà di creare condizioni straordinariamente positive per chi vuole investire e continuare a vivere in questi luoghi bellissimi. Una ricostruzione fatta di sole mura non servirebbe francamente a nulla. C’è bisogno che questa sia accompagnata da una politica di rilancio.

Il governatore è infine intervenuto a proposito dell’impiego dei fondi provenienti da sms solidali, sottolineando in particolare il progetto relativo alle piazzole di emergenza h24, che daranno la possibilità, nelle aree interne più svantaggiate dal punto di vista dei collegamenti, di poter contare su punti logistici in cui per tutta la giornata possa atterrare un elicottero per l’emergenza sanitaria.

“Questo è – ha detto – un modo interessante scelto dai sindaci per investire quelle risorse. E’ un segno di grande attenzione che fa sentire tutti i cittadini più sicuri. Lo fa per la situazione straordinaria ma anche per il quotidiano, dove in un’area isolata anche un malore può essere un elemento di grande criticità. Questo è un segno di come attraverso la solidarietà si possano realizzare progetti importanti che altrimenti sarebbero rimasti sulla carta”.

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