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Celebrata in Regione la commemorazione del Giorno del Ricordo

Ricordate le stragi legate alle foibe e l'esodo di migliaia di istriani, fiumani e dalmati; presenti un centinaio di studenti

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Commemorazione del Giorno del Ricordo

L’Assemblea legislativa ha celebrato questa mattina in Aula il “Giorno del ricordo”, dedicato alle vittime delle foibe e all’esodo dal confine orientale nel secondo dopoguerra. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo nel suo saluto di apertura ha ricordato la legge regionale del 2012 che, recependo quella nazionale del 2004, prevede iniziative per conservare e rinnovare la memoria dell’esodo di Istriani, Fiumani e Dalmati.

Richiamando le vicende storiche di quei territori, Mastrovincenzo ha parlato di una idea di patria distorta che ha determinato esiti drammatici e ha invitato a trovare nell’Europa uno spazio comune di pace e di riconoscimento delle diverse identità.

In occasione di questa ricorrenza è stato pubblicato nella collana dei Quaderni del Consiglio il volume “Per ricordare un giorno non basta. L’esodo giuliano dalmata nelle Marche”, curato dal consigliere segretario Mirco Carloni e contenente saggi storici, documenti, testimonianze. Tra i contributi presenti nel libro, quelli del presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Ancona Franco Rismondo e del professor Luciano Monzali dell’Università di Bari, entrambi intervenuti oggi in Aula. “Sono quattordici anni che si celebra il Giorno del ricordo – ha sostenuto Rismondo – ma questa pagina di storia resta ancora poco nota, a volte viene travisata. Questo volume edito dal Consiglio regionale è molto utile, perché i ricordi passano, una pubblicazione resta, resta per il domani, per capire cosa è successo.”

Il professor Monzali, docente di storia delle relazioni internazionali, ha raccontato quello che accadde dopo l’esodo nell’Italia della prima Repubblica, in particolare nelle Marche e ad Ancona, dove l’associazionismo degli esuli fu particolarmente attivo. “Sono tre – afferma Monzali – le ragioni che spingono centinaia di migliaia di italiani ad abbandonare il confine orientale: il desiderio di vivere nello Stato di appartenenza nazionale, il sentimento di oppressione politica e di rifiuto del comunismo jugoslavo che esercita un nazionalismo crudo e feroce, la terza ragione è la ricerca di migliori condizioni di vita, condizioni economiche più favorevoli”. Nascono numerose associazioni, “per difendere diritti, per una funzione di autosoccorso, per dialogare con le istituzioni italiane”, e Ancona è uno dei principali scenari del mondo degli esuli .

L’integrazione di queste comunità è un successo, secondo Monzali, per l’impegno dei governi italiani centristi e per le condizioni favorevoli dell’Italia del boom economico. “Queste vicende – conclude il docente – appartengono al patrimonio della comunità italiana e meritano di essere ricordate, soprattutto qua ad Ancona, un luogo che ha la vocazione e il dovere di essere il ponte, il tramite con i popoli dell’altra sponda dell’Adriatico”.

Il presidente della Giunta regionale Luca Ceriscioli ha paragonato a una pietra l’oblio che per logiche di natura politica e per equilibri internazionali ha rimosso queste vicende e ha concluso ricordando la cultura dell’accoglienza che ha sempre contraddistinto le Marche.

La celebrazione è terminata con lo spettacolo di Radio teatro “Quell’enorme lapide bianca…”, un testo toccante scritto da Paolo Logli, con le musiche originali di Gabriele Esposto, raccontato dall’attore e doppiatore Luca Violini. Protagonisti sono due amici, lo sloveno Ive e l’italiano Enrico. A distanza di molti anni, grazie a un diario ritrovato dalla figlia di Enrico, Ive conosce la tragica sorte dell’amico e riemergono immagini di famiglie e affetti spezzati. Hanno assistito alla seduta oltre 100 studenti di alcune scuole superiori di Ancona: Liceo Scientifico “G. Galilei”, Istituto Istruzione Superiore “Savoia Benincasa”,Istituto di Istruzione Superiore “Podesti Calzecchi Onesti” sezione di Chiaravalle, Liceo Classico “Rinaldini”, Istituto Statale d’Arte “Mannucci”, Istituto di Istruzione Superiore “Vanvitelli Angelini Stracca”.

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