Gravi contestazioni da parte di BankItalia all’ex direttore generale di Banca Marche Massimo Bianconi e ai vecchi vertici decisionali ed amministrativi dell’istituto. Come riporta l’Ansa – che ha potuto prendere visione del verbale del Servizio costituzione e gestione crisi di BankItalia, redatto dopo le ispezioni condotte tra il novembre 2012 e l’aprile 2013 – la banca marchigiana sarebbe stata per un decennio in mano a un “dominus”, appunto l’ex dg Bianconi.

Quest’ultimo avrebbe percepito compensi “anomali” attraverso “operazioni opache”, agendo con una “autonomia eccessiva”: Bianconi avrebbe orientato l’attività della banca “in modo incoerente con la sua mission“, anche concedendo crediti facili a 20 imprenditori ora quasi tutti in default.

L’ex presidente del gruppo, Lauro Costa, avrebbe avuto invece un ruolo “scarsamente incisivo”, mentre l’organo di supervisione strategica sostanzialmente sarebbe stato “spossessato dei propri poteri, a vantaggio della Direzione generale”.

Con queste motivazioni – ora rese note – BankItalia nel mese di agosto 2014 ha comminato complessivamente oltre 4 milioni di euro di sanzione a coloro che prima del 2012 avevano rivestito nella banca ruoli di amministrazione, direzione e controllo.

Le controdeduzioni degli ex vertici dell’istituto, che respingono gli addebiti, non hanno convinto BankItalia: Bianconi in particolare sottolinea che il dissesto finanziario sia
avvenuto dopo la sua fuoriuscita dalla banca, mentre l’origine delle somme percepite come compenso “risulta chiara e tracciabile“.

Sul “buco” di Banca Marche, ora commissariata e in attesa di ricapitalizzazione, indaga anche la Procura di Ancona.